Parco dei Mulini

A Bagno Vignoni non può mancare una visita al Parco dei Mulini. Un luogo che non ti aspetti, in un ambiente suggestivo e naturale; un viaggio fatto di storia e di curiosità.

La costituzione di un importante polo molitorio a Bagno Vignoni, si deve sostanzialmente a tre fattori: alla presenza della sorgente termale che garantiva un flusso d’acqua abbondante e perenne. Una disponibilità tanto più importante in Val d’Orcia, terra da sempre vocata alla cerealicoltura ma anche caratterizzata, per la prevalenza di substrati argillosi a bassa permeabilità e per la morfologia basso-collinare, da scarsità di sorgenti; alla natura del luogo sfruttando il consistente dislivello tra la sorgente e il fiume Orcia sono stati costruiti ben quattro mulini, posti in sequenza lungo la rupe calcarea; alla posizione strategica, dovuta alla vicinanza con la Via Francigena, poi Strada Romana che lambiva l’abitato di Bagno Vignoni. L’importante arteria viaria attraversava l’Orcia su un ponte ad una arcata, attribuito a Baldassarre Peruzzi di cui rimangono ancora le spalle dopo il crollo avvenuto nei primi del ‘900.

Le singolarità tecniche e morfologiche

I Mulini di Bagno Vignoni si distinguono per due aspetti di fondo: per l’utilizzo di acqua termale, captata con un sistema di canalizzazione direttamente dalla vasca delle sorgenti; per la morfologia in gran parte ipogea, con ambienti scavati nella rupe di travertino formata dai depositi carbonatici dell’acqua termale. Lo sfruttamento della sorgente termale, dalla portata costante, permetteva di macinare anche d’estate (quando la gran parte dei mulini era inoperosa per la bassa portata dei fiumi), ma obbligava a lavorare in ambienti umidi e caldi (la temperatura dell’acqua alla sorgente era di circa 50°), e a dover rimuovere costantemente, prima che si indurissero i depositi calcarei (il cosiddetto tartaro).

La scelta di realizzare ambienti ipogei costituisce una soluzione per certi versi geniale; vista la forte acclività della rupe calcarea, la costruzione di strutture tradizionali, con volumi fuori terra, avrebbe richiesto livellamenti e sbancamenti notevoli, risultando di fatto impraticabile. Qui invece tutto realizzato “in negativo”: non soltanto i mulini, ma anche i gorelli e i condotti, le vasche di accumulo, i locali accessori, fino alle stesse strade di accesso, intagliate nella mezza costa delle pendici.

Un sistema complesso

L’importanza assunta dai mulini è attestata dall’iconografia storica di Bagno Vignoni: molte immagini sono colte proprio da valle e mettono in primo piano, descrivendoli minuziosamente, i mulini, il sistema dei gorelli, le vasche di accumulo, la torre che solitaria si ergeva a guardia di tutto il sistema.

I quattro mulini, dall’alto in basso, sono:

  • Il mulino disopra (o mulino da capo)
  • Il mulino buca
  • Il mulino dimezzo
  • Il mulino da piedi

I primi due, disposti lungo la rupe calcarea, sono totalmente ipogei.  Il mulino di mezzo, disposto al piede della rupe ed il mulino da piedi, situato al termine di un canale che si sviluppa lungo la strada di pedecolle, presentano invece strutture in parte fuori terra (le stanze delle macine) e in parte interrate (i locali delle ruote, detti carcerai). La tecnica molitoria, comune a tutta l’Europa meridionale, è quella del mulino a ruota orizzontale, detto localmente a ritrecine: una tecnologia relativamente semplice, con le ruote motrici collegate direttamente alle macine tramite un albero verticale ed azionate da un getto d’acqua ad alta pressione generato da una vasca di accumulo posta ad un livello superiore.

Bagno Vignoni, Parco dei Mulini

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